La colonna sonora è un insieme dei campionamenti acustici di una pellicola e riempiono gli spazi morti. Queste tracce armoniche, sono composte dai dialoghi, rumori e dalle musiche, dove evidenziano alcuni punti fondamentali della narrazione.
La figura in cui si occupa in modo impeccabile delle tracce melodiose è il tecnico del suono. L’audio deve avere un collegamento ben specifico con l’immagini in cui vedendo gli spettatori. Il suono, può esser catturato durante le riprese cinematografiche oppure durante il post-produzione, dove il film viene montato. Per le zumate acustiche, si utilizzano degli appositi microfoni, tenuti separatamente dalle telecamere, a causa della qualità. Come hai capito, l’audio viene campionato tramite i ricevitori e impressionato sulla pellicola a nastro, a differenza dell’immagine, dove viene immortalato sulla celluloide.
Se le colonne sonore non ci fossero, i film racconteranno la storia dei propri personaggi, in tutt’altra maniera, cioè con le didascalie. Questo accadimento dei titoli è avvenuto dal 1895 fino al 1927, dove è presente il cinema muto. Non si fa caso, però in questo periodo, si proietta la pellicola con la musica dal vivo, tramite una pianola oppure un’orchestra presente nella sala.
Però con l’avvento “Il cantante di jazz” del 1927, i film vengono girati ed attuati acusticamente. Questo perché la melodia è diventata uno strumento indispensabile per il racconto delle pellicole.
Verso fine dei anni ’80 del XX° secolo, si inizia a studiare la psicologia cognitiva, collegata al suono nell’ambito dell’empatia. Infatti, secondo le ricerche, la musica può far catturare l’attenzione e lo sguardo del pubblico. Inoltre, si è scoperto che la melodia, può influenzare sulle condizioni temporali, durante lo spettacolo di una determinata scena.